La Destra e i proclami che si perdono nel vento.

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Il voto sulla tassa sui parcheggi proposta da Zali dimostra come ormai il PLRT e il PPD nemmeno si nascondano, nemmeno provino a giustificarsi: fanno tutto alla luce del sole e, come tristemente successo ieri, sotto lo sguardo da vedetta di Lucibello e Dedini. Senza vergogna.

Senza vergogna esattamente come l’UDC. Quelli di “Bala i ratt”, quelli del 9 febbraio e della Svizzera a rischio esistenza per colpa di quegli stramaledetti frontalieri, ieri cosa avranno mai votato sulla tassa di Zali? Ovviamente un bel No, risultando quindi decisivi per il suo affossamento. Ennesima dimostrazione che i Ticinesi interessano ben poco alla Destra, visto che all’atto pratico, quando cioè bisogna prendersi delle responsabilità, proprio lei, la Destra, decide di stare col padronato.

Questo balzello avrebbe risolto la questione? Certo che no, da solo. Ma sarebbero stati soldi che avrebbero potuto migliorare la qualità dell’aria del Mendrisiotto, che avrebbero spinto a usare più treni e meno automobili, che insomma sarebbero stati spesi a favore della nostra comunità. Questo è prendere in giro i cittadini in difficoltà, illuderli di avere in mano chissà quale soluzione ma poi votare sempre in favore del padrone di turno e dello status quo. Bella roba.

Il PLRT, il PPD e l’UDC ieri hanno dato una tristissima dimostrazione di tutto ciò che non ci vuole in politica e soprattutto nel nostro Cantone: mancanza di coraggio e profonda incoerenza. Non un gran biglietto da visita per chi ambisce a un raddoppio o a un ingresso in Consiglio di Stato.

Sadis lascia, ma almeno il DFE lo accettò.

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Anni di leghismo e, da ultimo, un Governo a maggioranza relativa hanno portato anche a questo: fra le centinaia di firme a sostegno dell’appello perché Laura Sadis cambiasse idea e potesse rendersi disponibile a entrare nella lista per il Consiglio di Stato non ci sono solo persone di area liberale-radicale, anzi.

Ci sono persone vicine al PPD, all’area di Sinistra, apolitiche. E questo deve far pensare. Perché, quando si lavora seriamente e per il bene comune, un politico può essere considerato come avversario ma mai come un nemico. Nella garbata lettera in cui Sadis ha confermato la sua indisponibilità a ricandidarsi si leggono l’educazione, la cortesia e il senso istituzionale di parole che non siamo più abituati a leggere e sentire.

Nel 2011 sia Marco Borradori sia Norman Gobbi rifiutarono il DFE, dimostrando all’atto pratico come essere all’opposizione sia una cosa e governare sia un’altra. E il pensiero, oggi, corre al deficit cantonale, alla battaglia sul Preventivo che andrà in scena a breve. Ed è più che autorizzato anche un piccolo pensiero a cosa diavolo sarebbe successo se il DFE fosse finito in mano leghista.

Invece no. Hanno sbraitato sul loro settimanale per anni riguardo a decisioni che loro hanno rifiutato di prendere alla radice. Hanno messo alla berlina una ministra discutibile finché si vuole ma almeno con un altissimo senso delle Istituzioni. Per niente costruttivo, coerentemente con la linea tenuta dalla Lega dei Ticinesi in questi quattro anni.

Dal canto nostro, noi approfittiamo dell’occasione per pubblicare, in esclusiva, l’elenco delle 523 adesioni all’appello affinché Laura Sadis ci ripensasse (http://gas.social/wp-content/uploads/2014/09/elencoadesionisadis2.pdf).

15/12/2014